Notizie Salutari agosto 2014

Notiziario periodico redatto dalla dott.ssa Fiamma Ferraro per Buteyko-Italia e riprodotto su autorizzazione

I benefici del nuoto

Si può leggere ad es. qui (http://www.buteyko.it/?cat=24 ) quanto scrivevo alcuni anni fa sull’argomento.

Riporto ora quanto scritto da Win Wenger in un altro dei suoi libri:

“Quando si nuota sott’acqua trattenendo il respiro si accumula CO2 nel sangue, il che fa espandere la carotide, aumentando la circolazione nel cervello.
Un certo periodo di nuoto sott’acqua per 3 settimane consecutive provoca un’espansione permanente della carotide…il che fa migliorare le condizioni fisiche del vostro cervello ed è un sistema facile per aumentare l’intelligenza…"

Ogni medico ha memorizzato, nei suoi studi universitari, il fatto che la carotide si espande in rapporto alla quantità di CO2 nel sangue, eppure l’organizzazione medica ha sempre guardato in direzioni molto più costose e pericolose (come certe medicine con effetti collaterali negativi) per il trattamento di varie forme non solo di carenze mentali e cerebrali e danni al cervello, ma persino di carenze cerebro-vascolari.

Per ottenere che la dilatazione della carotide provocata dall’aumento di CO2 permanga stabilmente anche quando si esce dall’acqua, Wenger insiste sul fatto che non basta trattenere il respiro mettendo la faccia nell’acqua ma occorre nuotare sott’acqua, nell’acqua fredda, ad un minimo di profondità, ogni giorno per 3 settimane.

A questo proposito devo tuttavia mettere in guardia ed osservare che questo metodo di nuoto sott’acqua può per alcuni essere rischioso e va contemplato solo da sportivi-nuotatori che si trovino in ottime condizioni fisiche.

Per tutti gli altri, il normale training Buteyko, oltre ad essere molto più agevole da effettuare e ad agire non solo a beneficio del cervello ma di tutto l’organismo, consente di graduare molto più facilmente il livello dello sforzo.

Il segreto delle nonne settantenni dell’Isola di Jeju che si tuffano nel mare a 10 - 20 m. di profondità

Ha fatto sensazione quest’estate, in numerosi periodici di lingua inglese, la notizia che in questa sperduta isola vulcanica al largo della Corea vi sono numerose ultrasettantenni, chiamate “sirene-Haenyeo” che si immergono tranquillamente ogni giorno nel mare profondo, dove resistono vari minuti, per poi riemergere con alghe, crostacei e pesci che portano in cibo alla famiglia. ( ved. ad es. http://asiaenglish.visitkorea.or.kr/ena/SI/SI_EN_3_6.jsp?cid=309618 ).

La notizia è stata chiamata “una delle sette meraviglie del mondo”.

Sono state avanzate varie ipotesi quanto ai motivi di questa eccezionale forma fisica delle “nonne sirene”, dalla costituzione genetica al clima, all’alimentazione. Una delle ipotesi attualmente più accreditate riguarda la circostanza che queste “vispe nonnine” consumerebbero quotidianamente notevoli quantità di un’alga particolare reperibile in abbondanza nella loro isola, e cioè l’Ecklonia Cava.

Mi sembra in realtà possibilissimo che anche quest’alga faccia la sua parte.

Ciò che tuttavia mi lascia perplessa (anche se oramai non dovrebbe più stupirmi!) è il fatto che tra le varie ipotesi prese in considerazione per spiegare l’eccezionale salute e resistenza di queste anziane signore, anche questa volta nessuno abbia a quanto pare esaminato il fattore che pure in questo caso è appariscente, e cioè il loro modo abituale di respirare.

Ovviamente il fatto di essersi abituate fin dall’infanzia a trattenere a lungo il fiato sott’acqua ha dato loro una eccezionale resistenza alla CO2, e quindi di sicuro le nonnine in questione, quando sono fuori dall’acqua, hanno delle abitudini respiratorie ottimali e di sicuro non “iperventilano”.

Che sia forse proprio questa la causa principale della loro straordinaria forma?

I problemi respiratori in persone obese danno luogo non raramente a diagnosi “erronee” (?) di asma.

E’ noto che per riuscire a curare una malattia il passo più importante consiste nel partire dalla giusta identificazione/diagnosi della malattia.

Purtroppo riuscire a diagnosticare la malattia con la quale si è alle prese è spesso tutt’altro che facile, e ciò nonostante tutte le tecnologie moderne a disposizione dei medici; (anzi, i medici di famiglia di un tempo, che conoscevano una persona dalla nascita ed erano gli unici a curarla, arrivavnao magari più facilmente alla giusta diagnosi!)

Ed in particolare per l’asma si è spesso alle prese con casi di problemi diversi dall’asma che vengono identificati come asma e viceversa.

Ho parlato in passate edizioni del Notiziario di problemi delle corde vocali che vengono a volte diagnosticati come asma. In questo articolo esauriente (http://www.rightdiagnosis.com/a/asthma/misdiag.htm ) vi sono numerosi esempi di altre possibili malattie spesso scambiate per asma, sia nei bambini che negli adulti.

Uno degli esempi citati nell’articolo è quello delle persone obese, in cui sono spesso presenti problemi respiratori che vengono a volte diagnosticati come asma, problemi che vengono meno quando si perde peso; nell’esempio si conclude quindi che la diagnosi di asma in questi casi era erronea.

Il problema dell’obesità si sta purtroppo facendo sempre più frequente, ed uno dei meccanismi attraverso i quali produce conseguenze negative per la salute è a mio avviso proprio il fatto che le persone obese, per vari motivi (scarso movimento fisico, ed altro) iniziano a respirare “male” (e cioè ad iperventilare) e quindi non raramente si presentano i sintomi dell’asma, sintomi che magari spariscono quando si dimagrisce e si riprende a respirare “bene”.

La conclusione che ne viene tratta negli studi convenzionali sopracitati è quindi che la diagnosi di asma era “erronea” poiché in base alla medicina “convenzionale” si ritiene che l’asma sia una malattia cronica che non può guarire (salvo in rari casi di bambini).

Ed invece, come i lettori di questo Notiziario ben sanno, secondo Buteyko l’asma nella maggioranza dei casi non è tanto una malattia quanto un “meccanismo di difesa” che, con il restringimento delle vie respiratorie, ostacola “l’eccesso di respiro” (iperventilazione) e la conseguente dissipazione della CO2 nell’organismo al di sotto del livello necessario per la sopravvivenza.

In quanto meccanismo di difesa, l’asma permane quindi finché necessario ma, a meno che si siano già verificati irreversibili danni costituzionali nell’apparato respiratorio, sparisce quando questa difesa non è più necessaria, in quanto l’eccesso di respirazione è stato eliminato con un riaddestramento del respiro.

Può quindi benissimo darsi che la diagnosi di asma in persone obese non sia in realtà per nulla errata, e che queste persone soffrano in effetti proprio di asma finché respirano male ma quando, perdendo peso, riprendono a respirare “bene” ( e cioè non in eccesso rispetto alle esigenze fisiologiche) il “meccanismo di difesa” costituito dall’asma non è più necessario e quindi svanisce.

Inquinamento ambientale, metalli tossici ed iperventilazione

In vari interventi ho messo in rilievo come l’intossicazione da metalli ed altri agenti tossici presenti in misura elevata nel nostro ambiente contribuisca a far aumentare anche il problema dell’iperventilazione, poiché il nostro organismo cerca di liberarsi di parte delle tossine anche respirando molto, ma mettendo così in moto un circolo vizioso con il quale si introduce nell’organismo un numero ancor maggiore di tossine.

Uno dei motivi per cui in alcuni casi, il riaddestramento del respiro con la tecnica Buteyko si scontra con problemi è costituito appunto dal carico eccessivo di tossine presenti nell’organismo, carico che impedisce la riduzione dell’iperventilazione. In questi casi, prima ancora di procedere al riaddestramento del respiro è bene mettere in moto un processo di disintossicazione da metalli ed altri agenti tossici.

Avviso importante:

Tutti i notiziari qui riportati hanno solo scopo informativo e, anche se alla redazione ha partecipato un medico, non intendono in alcun modo dare consigli medici, per i quali sarebbe necessario un esame medico individuale e di persona, con approfonditi accertamenti.

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