Notizie Salutari ottobre 2014

Notiziario periodico redatto dalla dott.ssa Fiamma Ferraro per Buteyko-Italia e riprodotto su autorizzazione

Difendersi dai virus

Nel parlare di virus non voglio qui riferirmi all’argomento all’ordine del giorno, e cioè Ebola, che attualmente sta sollevando grande allarme (anche se per fortuna a quanto finora sembrerebbe e salvo future mutazioni del virus, non viene trasmesso per via aerea).

Data la tematica di questo Notiziario, mi riferisco invece agli altri virus con i quali ci troviamo come tutti gli anni alle prese nel periodo invernale.

Respirando “bene”, e cioè non iperventilando, si rinforza anche il sistema immunitario.

Vi sono ovviamente anche molte altre misure che hanno un effetto benefico a questo scopo (dall’alimentazione all’assunzione di alcuni integratori ed altro) magari da intensificare in questo periodo ma una delle prime, se non la prima, essenziale misura riguarda appunto il modo di respirare.

Respirazione dal naso e CO2

A questo proposito vorrei ancora una volta ritornare su un altro argomento che ho già messo in luce ripetutamente ma che, data la stagione, è comunque bene ribadire, e cioè l’importanza di respirare sempre (anche di notte, quando si dorme), non dalla bocca ma dal naso.

A parte gli altri effetti benefici per la salute, la respirazione dal naso ci difende anche da raffreddori e contagi vari, poiché l’aria, passando dal naso, viene non solo riscaldata ma anche filtrata e molti germi vengono trattenuti dalle mucose nasali.

Respirare dal naso non è sufficiente per respirare “bene” poiché è possibile iperventilare anche respirando dal naso, ma è impossibile non iperventilare (a parte gli altri effetti negativi) se si respira dalla bocca.

Ovviamente, nei casi in cui vi sono problemi strutturali che impediscono la respirazione dal naso occorre affrontarli al più presto (in particolare per i bambini) e prendere le misure del caso, ma spesso la respirazione dalla bocca è semplicemente causata da “cattive abitudini” e soprattutto, in molti casi, è provocata dal “circolo vizioso” causato da una frequente respirazione dalla bocca che, provocando una iperventilazione e conseguente perdita eccessiva di CO2, porta l’organismo a mettere in atto nell’organo disegnato appunto dalla natura per respirare, e cioè il naso, delle misure dirette ad impedire questa perdita eccessiva.

Si verifica pertanto un’infiammazione, un rigonfiamento delle mucose ed un restringimento delle fosse nasali.

In questi casi i soggetti abituati a respirare (in eccesso) dalla bocca, quando provano a respirare dal naso dicono di non poter far entrare abbastanza aria perché il naso è turato.

In molti casi tuttavia (non sempre!), se si insiste per qualche minuto pur con un minimo di disagio a voler respirare dal naso, ci si accorge che il naso “miracolosamente” si apre: ciò avviene perché il fatto di aver respirato (di meno) dal naso, pur con un pochino di sforzo ed anche per pochi minuti, ha consentito di far tornare i livelli di CO2 nell’organismo entro livelli più “accettabili” e quindi la misura di difesa costituita dal far restringere i seni nasali/paranasali non è più così necessaria.

L’ effetto di “apertura del naso” di cui parlo sopra non è una teoria “fantasiosa” ma un fatto che chi è in buone condizioni di salute e si trova occasionalmente con il naso turato può facilmente provare su se stesso, e che è anche stato provato in sperimentazioni randomizzate in doppio cieco, come la seguente, (pubblicata su: J Allergy Clin Immunol. 2008 Jan;121(1):105-9. Epub 2007 Oct 29), condotta da ricercatori del Dipartimento di Medicina Interna dell’Università di Creighton, (USA) su 89 pazienti che soffrivano da almeno 2 anni di rinite allergica.

A 60 di questi pazienti è stata insufflata nelle fosse nasali della CO2 mentre al gruppo placebo di 29 pazienti veniva somministrata normale aria atmosferica.

Dopo una sola insufflazione e passati solo 10 minuti, i pazienti ai quali era stata somministrata CO2 riferivano di sentire il naso molto più libero e meno starnuti, e numerosi notavano anche che gli occhi lacrimavano e prudevano di meno.

30 minuti dopo l’insufflazione i miglioramenti si notavano nel 50% del gruppo CO2 mentre nel gruppo placebo i miglioramenti erano del 27,6%

La conclusione dello studio è stata che: “Due trattamenti intranasali di 60 secondi hanno prodotto un rapido (10 minuti) e persistente miglioramento nei sintomi della rinite allergica”.

Asma ed antibiotici

Ancora a proposito della stagione di influenze e raffreddori, in cui si tende ad assumere antibiotici, (pur in effetti spesso indispensabili), vorrei citare due studi interessanti che mettono in luce il nesso, di cui avevo parlato anche in passato, tra la somministrazione di antibiotici in bambini piccoli ed asma.

In uno di questi studi, effettuato presso l’Università di Yale e pubblicato sull’American Journal of Epidemiology 4 anni fa (http://aje.oxfordjournals.org/content/early/2010/12/28/aje.kwq400.long) si era riscontrato che quando venivano somministrati antibiotici a bambini nei primi 6 mesi di età, il loro rischio di sviluppare asma ed allergia prima dei 6 anni aumentava del 50%.

La causa principale di questo aumento, si osservava nello studio, consisteva nel fatto che gli antibiotici debellano non solo i batteri nocivi ma anche i batteri benefici nell’intestino, necessari anche per un buon funzionamento del sistema immunitario.

Questa conclusione viene invece contestata in un recente studio condotto presso l’Università di Manchester.

In questo studio, pur non negando il nesso tra uso precoce di antibiotici ed asma, si osserva che si tratta appunto di un “nesso” ma non di un rapporto causa/effetto. Non sarebbero gli antibiotici, si osserva in questo studio, i fattori che causano l’asma.

I bambini che diventano asmatici e allergici avrebbero fin dalla nascita un sistema immunitario più debole, il che li rende più vulnerabili verso frequenti infezioni varie (mal di gola ecc.) che rendono necessaria la somministrazione di antibiotici, e sarebbe questo il motivo per il quale, quando si paragona la frequenza dell’assunzione di antibiotici nei bambini asmatici con quella in bambini non asmatici si constata che nei bambini asmatici questa frequenza è stata maggiore.

In altri termini: non sarebbe l’assunzione di antibiotici a provocare l’asma ma un sistema immunitario debole a provocare sia le varie malattie che hanno reso necessaria l’assunzione di antibiotici sia, successivamente, l’asma .

Questa tesi, oltre a costituire una ennesima dimostrazione di come sia difficile, quando si esaminano i vari fattori anomali, accertare se si sia in presenza di una causa o di un effetto, di una reazione difensiva o di una mera concomitanza dovuta ad un terzo fattore da identificare, non mi sembra del tutto convincente. Mi sembra in realtà forse più attendibile il “vecchio” studio prima citato, in cui in realtà si era riscontrato che “l’effetto dannoso degli antibiotici sull’asma si è rivelato come particolarmente accentuato in bambini nella cui linea parentale non vi erano casi precedenti di asma, il che dovrebbe indurre i medici ad evitare un uso non necessario di antibiotici in bambini a basso rischio, senza particolare predisposizione all’asma”.

Se effettivamente fosse un sistema immunitario difettoso a causare sia l’asma che altre malattie e conseguente maggiore necessità di antibiotici, allora questo problema dovrebbe avere un carattere in parte ereditario, e quindi come mai nei bambini i cui parenti in linea retta non erano asmatici ma avevano assunto antibiotici in tenera età, l’asma era emersa in misura uguale o ancor maggiore che nei bambini discendenti da asmatici?

L’assunzione di antibiotici sembrerebbe quindi avere, nell’insorgere dell’asma, una “responsabilità” maggiore che non un sistema immunitario difettoso, il quale ha appunto in genere un carattere ereditario.

Comunque, indipendentemente da quale dei 2 studi citati abbia ragione, non si può che concludere che fare attenzione fin dall’inizio a che i bambini “respirino bene” contribuisce sia al miglior possibile sviluppo del sistema immunitario (e quindi a rendere meno necessario l’uso di antibiotici) sia (come provato dagli studi clinici in doppio cieco che hanno dimostrato l’efficacia del metodo Buteyko contro l’asma) ad evitare appunto l’asma.

Avviso importante:

Tutti i notiziari qui riportati hanno solo scopo informativo e, anche se alla redazione ha partecipato un medico, non intendono in alcun modo dare consigli medici, per i quali sarebbe necessario un esame medico individuale e di persona, con approfonditi accertamenti.

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